RINASCITA GLOBALE

Con il termine antropizzazione si intende l'intervento che l'uomo effettua sull'ambiente naturale, con lo scopo di conformarlo, quindi modificarlo e manipolarlo. La permacultura invece è un metodo per progettare e gestire paesaggi antropizzati in modo che siano in grado di soddisfare bisogni della popolazione quali cibo, fibre ed energia e al contempo presentino la resilienza, ricchezza e stabilità di ecosistemi naturali. Dalla crisi globale alla rinascita locale.

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L’ORO DI #NAPOLI – Viaggio in Italia di Goethe 28/05/1787


I più piccoli fanciulli son occupati in varie faccende. Una gran parte va intorno tra Santa Lucia e la città, vendendo pesci: più sovente si veggono altri nel quartiere dell’arsenale, o nei luoghi in cui, avendo lavorato i legnaioli, vi si trovano schegge, ovvero sulla riva, presso la quale il mare abbia rigettato ramoscelli o pezzetti di legno, che essi raccolgono, minutamente, nei loro panieri. Bambini che sanno appena strisciar carponi per terra, in compagnia di ragazzi da cinque a sei anni, son anche intenti a questo mestiere.

asino  napoli

Ed eccoli, quindi, in città, seduti, come al mercato, con le loro provviste di minute legna. L’artigiano e il piccolo borghese le comprano da essi, le riducono in brace su’ loro tripodi per scaldarsi, o ne fanno uso nelle loro cucine. Altri fanciulli portano attorno acque dalle sorgenti sulfuree, che si suol bere in abbondanza, specialmente in primavera. altri cercano un tenue guadagno nel comprare e rivendere a’ loro coetanei, frutta, miele lavorato, focacce e dolciumi, tanto per averne gratis la loro parte. E’ curioso davvero guardare uno di questi monelli, le cui botteghe e i cui utensili consistono soltanto in una tavola e in un coltello, andar girovagando con un mellone d’acqua o con una zucca mezzo fritta, e, circondati da una turba di ragazzi, porre giù la panca e dividere la merce in tante fette. I compratori pongon mente con tutta serietà se hanno il giusto per la loro monetina di rame; ed il piccolo negoziante usa co’ suoi avidi avventori le medesime precauzioni.


Un grandissimo numero di persone, giovani e adulti, per lo più miseramente vestiti, si occupano a portare su gli asini, fuori della città, le immondizie. Il territorio vicino a Napoli non è se non un solo orto, ed è un piacere vedere quanti legumi vengano introdotti in città, in tutti i giorni di mercato, e con quanta cura si riportino nei campi per affrettare la vegetazione gli avanzi delle cucine. Essendo incredibile il consumo degli ortaggi, il fusto e le foglie dei cavoli fiori, de’ broccoli, de’ carciofi, degli agli e delle lattughe formano gran parte delle spazzature: e perciò si affrettano a raccoglierle. Due grandi ceste flessibili sono sospese sulla schiena di un asino e non solo vengono tutte riempite, ma vi si ammucchia su tutto il resto con un’arte speciale. Non può esservi un orto senza un asino. Un famiglio, un fanciullo, spesso lo stesso padrone accorrono, sempre che lor è possibile, in città, la quale diventa per essi una ricca miniera.


Alcuni vanno attorno con una botticina d’acqua fredda e limoni, per esser pronti, lì lì, a preparare ovunque la limonata, – bevanda di cui anche il più povero non può fare a meno; altri si tengono innanzi alle lor panche, su le quali stanno in ordine bottiglie di vari liquori e bicchierini, garentiti da anelli di legno; altri portano in giro panieri di pasticcerie, di manicaretti, di limoni ed altre frutta, sempre come se tutti volessero partecipare ad accrescere la gran festa della gioia che si celebra ogni giorno a Napoli.

1948-napoli


Oltre a questa specie di merciaiuoli, c’è un gran numero di piccoli mercanti girovaghi, che offrono, senza molto apparato, la loro merce su d’una tavola, su d’un coperchio d’una scatola, o addirittura sul lastrico delle piazze. Non si tratta già d’una sola mercanzia, che potrebbe anche trovarsi nei grandi negozi; è proprio roba da rigattiere. Non c’è pezzo di ferro, di cuoio, di tela, di feltro che non ritorni ad essere venduto a questo o a quell’altro. Gran parte del ceto minuto è occupata preso i commercianti in qualità di manovali e commessi.
E’ vero che s’incontrano, da per tutto, gente malvestita e finanche cenciosa; ma non per questo si tratta di poltroni e perditempo. Anzi affermerei quasi il paradosso che, tenuto conto della proporzione, c’è forse più industriosità a Napoli che altrove in tutta la classe popolare… Il lazzarone non è in niente più inoperoso delle altre classi, qui tutti lavorano, nel loro genere, non solamente per vivere, ma per godere, e che nel lavoro tutti voglion darsi qui lieta vita…
Ritorno al “basso popolo” di Napoli. si osserva in esso come nei gai fanciulli a cui si comandi qualche cosa, che eseguono bene il loro incarico, ma, a un tempo, se ne fanno un trastullo. Hanno tutti uno spirito vivacissimo, un esatto e giusto colpo d’occhio; dicesi che il loro dialetto sia figurato, le loro arguzie molto vive e mordaci. L’antica Atella era situata nell’agro napoletano. Pulcinella, il suo favorito, continua negli antichi giuochi, e l’intera classe del popolo s’interessa tuttavia alle sue facezie.

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#INDIFFERENZIATA #COMPOSTAGGIO #RICICLO #RICCHEZZAVERA #M5S

fonte: http://salvatoreloleggio.blogspot.it/2010/09/napoli-1787-qui-tutti-lavorano-per.html

INCENERITORI. ALTERNATIVE. #SAPEVATELO


COS’E’ L’INCENERIMENTO ?

Termovalorizzatori, gassificatori, pirogassificatori sono solo alcuni tra i nuovi termini oggi utilizzati per indicare una tecnologia,quella dell’incenerimento, che di nuovo non ha assolutamente nulla. Chiariamo subito che ”termovalorizzazione” è un termine che non andrebbe usato, la Comunità Europea infatti, ha diffidato l’Italia dall’utilizzare questo vocabolo, in quanto è un imbroglio sociologico e verbale visto che gli impianti valorizzano ben poco, ed il termine dà adito a fraintendimenti e confusioni. Al più potremmo chiamare questi impianti termodistruttori !! Ma vediamo cosa sono più nel dettaglio.

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Gli inceneritori sono semplicemente “camini” che bruciano rifiuti, si evolvono in termodistruttori (termovalorizzatori) quando sfruttano il calore prodotto dalla combustione per produrre energia elettrica. Il gassificatore invece articola i processi in due fasi: attraverso un processo di pirolisi (dissociazione molecolare) converte i materiali organici in gas mediante riscaldamento in presenza di ridotte quantità di ossigeno, formando un gas sintetico (syngas) che nella seconda fase del processo, viene bruciato e di nuovo, dal processo di combustione si ricava energia elettrica.

QUALI RIFIUTI ALIMENTANO GLI INCENERITORI?

Il combustibile degli impianti d’incenerimento sono i rifiuti, ma contrariamente a quanto si pensa, non tutti possono essere inceneriti. I metalli, il vetro si ritrovano all’uscita degli impianti e tutti gli scarti alimentari non vengono bruciati perché hanno un bassissimo potere calorico, non convenienti quindi a produrre energia. Cos’è allora che bruciano questi inceneritori ? Solo il 35% dei rifiuti totali ! Il resto finisce comunque in discarica !! Oltre al rifiuto urbano indifferenziato ed alcune frazioni secche, il combustibile “preferito” dagli inceneritori è il così detto CDR (Combustibile derivato da rifiuti) che è costituito per lo più da plastica, gomma, carta e legno. Ovvero bruciano proprio una parte dei materiali più altamente RICICLABILI !!!
In questo modo si capisce anche perché la raccolta differenziata viene tanto promossa a fianco dell’incenerimento. In quest’ottica infatti, differenziare significa separare i rifiuti per prepararli a divenire Ecoballe di CDR pronte per essere bruciate(vedi nuova terminologia CSS )! Se non differenziassimo la plastica, il legno, la carta, si troverebbero in mezzo agli scarti alimentari che hanno basso potere calorico e quindi andrebbero separati a posteriori per essere bruciati. Con l’incenerimento la raccolta differenziata fallisce! Non si differenzia per riutilizzare, risparmiando sui costi di produzione e le materie prime, risparmiando sull’energia necessaria a costruire da zero ogni nuovo oggetto, si differenzia per facilitare l’incenerimento !!!

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EMISSIONI

Tra i peggiori composti inquinanti emessi da un inceneritore troviamo le nano-particelle o nano-polveri che sono particelle delle dimensioni del milionesimo di millimetro. Queste si dividono in diverse tipologie a seconda delle loro dimensioni (PM 10; PM 2,5; PM 0,1…). I filtri di ultimissima generazione posti nei camini degli inceneritori, riescono a fermare solamente le PM 10 che sono le stesse emesse nei gas di scarico delle automobili, ma che non sono tra le più nocive per la salute umana. Più è sofisticata la tecnologia degli impianti, più è alta la temperatura di combustione che viene generata, più piccole sono le nano-polveri prodotte nel processo di incenerimento. Così accade che dalla combustione alle temperature di questi impianti, escano nano-particelle più piccole delle PM 10. Ma cosa fanno queste particelle ?
Queste particelle come altri degli inquinanti emessi, sono noti per essere persistenti, cioè resistenti ai processi di degradazione naturale; bioaccumulabili perché si accumulano nei tessuti degli animali viventi trasferendosi da un organismo all’altro lungo la catena alimentare; tossiche in quanto sono patologiche per la salute degli organismi con cui entrano in contatto fino a provocarne la morte e altamente cancerogene in grado quindi di generare tumori! (Nanopatologie)
In altre parole, queste particelle, una volta immesse in atmosfera non scompaiono più dalla circolazione, si depositano sulle piante che mangiamo noi e gli animali, vengono respirate da adulti e bambini ed in un modo o nell’altro si depositano nel nostro organismo all’interno del quale possono generare un cancro! ( per dettagli medici si veda http://www.nanodiagnostic.it ).

Tra le altre sostanze inquinanti emesse ci sono cloro, diossine, furani, policloronaftalene e clorobenzene, IPA (idrocarburi policiclici aromatici), VOC (composti organici volatili) e metalli pesanti (piombo, cadmio, mercurio ecc.), polveri, acido cloridrico, ossidi di azoto, ossidi di zolfo e ossidi di carbonio. Tutte sostanze altamente inquinanti e altamente tossiche per gli organismi viventi.

NELL’INTERESSE DI CHI ALLORA, SI COSTRUISCONO GLI INCENERITORI?

L’incenerimento è una tecnologia distruttiva e nociva sotto molti aspetti, non ultimo quello economico. Dal 1992 grazie ad un piccolo gioco legislativo, i costruttori di inceneritori possono usufruire dei soldi pubblici destinati alle energie rinnovabili (CIP6) ed utilizzarli per la costruzione ed il mantenimento degli impianti. Da quella data, 30 miliardi di euro PUBBLICI sono stati abilmente catturati da petrolieri e costruttori di grandi impianti di incenerimento sottraendo questi soldi alle fonti alternative di energia !!

E’ così quindi che viene pagato l’incenerimento: attraverso un aumento del 7% sulle bollette ENEL che ogni contribuente paga periodicamente!
Per questo gli inceneritori di oggi devono anche produrre un minimo di energia: perché quella energia è considerata “rinnovabile” e quindi può godere dei sovvenzionamenti CIP6. Energia che tra l’altro, non è nemmeno pari a quella che viene spesa per farli funzionare! Quando questo scandalo emerse, il governo decise allora di concedere i CIP6 solo agli impianti già in costruzione entro il 31 dicembre 2007. Ma nella finanziaria 2007/2008, i sovvenzionamenti pubblici vennero estesi anche agli impianti solo approvati a livello progettuale entro il 31/12/07 e quindi non ancora in costruzione.
Le ingenti quantità di denaro in gioco tra le parti politiche e le aziende a gestione mista, sono quindi i veri moventi nella corsa alla costruzione di questi impianti.In questo senso, acquista più chiarezza anche la crisi Campana sui rifiuti, emersa solo in quest’ ultimo periodo a livello nazionale, quando invece il problema risale ai primi anni ’90.
Come se non bastassero i milioni di euro derivati dai CIP6 ,una quotazione di mercato per l’energia venduta, i contributi CONAI per lo smaltimento degli imballaggi ed ulteriori sussidi per i certificati verdi, rendono ancora più appetibili ai fini di lucro privato questi impianti che fruttano ai loro proprietari fino a 70/80 euro di soldi pubblici per ogni tonnellata di rifiuti bruciata.

Si capisce quindi, perché questa soluzione ai rifiuti sia ancora sostenuta in Italia, quando tutto il mondo cerca di disfarsene, unicamente nell’interesse di pochi ai danni delle tasche e della salute di cittadini e cittadine. Emerge dalla struttura di questo meccanismo, che c’è la volontà di proseguire verso un modello di sviluppo dove lo spreco dei materiali, il loro non-riutilizzo, la continua produzione di rifiuti è incentivata ad andare avanti solo per far guadagnare i grossi produttori di materiali e chi sarà addetto ad incenerirli.

QUALI SONO LE ALTERNATIVE ?

Esistono già da tempo modalità alternative di gestione dei rifiuti a quella del trattamento a caldo. Sono una realtà in molte nazioni europee, nonché negli USA, Australia, Nuova Zelanda, Canada ecc..

dal minuto 00:20

Il rifiuto più facilmente smaltibile è quello che non è prodotto, bisogna quindi passare immediatamente ad una RIDUZIONE dei rifiuti nella produzione industriale come ha fatto Berlino che in 6 mesi ha ridotto i rifiuti del 50%. Ridurre gli imballaggi, l’utilizzo di prodotti usa e getta e l’eliminazione di confezioni inutili porterebbe ad una quantità inferiore di rifiuti da gestire. Il RIUSO dei materiali deve essere incentivato promuovendo l’utilizzo di prodotti alla spina (detersivi, olio, vino, acqua, e tutto il cibo secco, pasta, legumi, ecc..) proprio come ha fatto la Regione Piemonte con una promozione nei supermercati .

Deve essere incentivato il vuoto-a-rendere, come avviene in molte città del nord Italia e d’ Europa, non solo per il vetro ma per materiali di genere più ampio. Con questi accorgimenti, in altre città si è passati in pochi mesi ad una riduzione drastica dei rifiuti alla fonte.
Le parti di rifiuto umido (che rappresentano da sole il 30-40% dei rifiuti totali) vanno trattate attraverso il COMPOSTAGGIO che ne permette la trasormazione biologica in ottimo concime riutilizzabile nell’agricoltura. Vanno costruiti impianti per questo tipo di procedura, in grado di fare una corretta valorizzazione del rifiuto umido.
I restanti rifiuti secchi che vengono comunque prodotti devono essere RICICLATI attraverso il PORTA a PORTA che in altre città italiane (vedi Treviso) unito al compostaggio, ha portato in pochi mesi ad un riciclo totale dei rifiuti dell’80%. Il porta a porta prevede un’ educazione al riciclaggio, una separazione maggiore dei rifiuti e l’eliminazione dei cassonetti dalle strade. Gli impianti di incenerimento esistenti vanno convertiti al riciclo dei rifiuti e ad impianti di compostaggio, ed in questa direzione devono essere spesi i nuovi investimenti (in teoria già stanziati ma non utilizzati per questi fini).
La parte non riciclata – che può così variare dal 20% al 30% – può essere trattata con il TMB (Trattamento Meccanico Biologico) a freddo (da non confondersi con quello a caldo, utilizzato per produrre CDR). Questo trattamento è composto da due fasi distinte. Nella prima, attraverso un procedimento meccanico i rifiuti vengono ulteriormente differenziati, viene estratta la parte secca che ancora si trova nel rifiuto residuo, depurando la frazione organica da sostanze estranee alla sua stessa natura prima di avviarla alla seconda fase.

Quest’ultima, la fase biologica, ha lo scopo di stabilizzare la frazione organica e renderla impiegabile per usi non agricoli (compost di seconda qualità), o come materiale per recupero paesaggistico di aree degradate, riempimento dei manti stradali o delle vecchie cave. Lo scopo finale è quello di rendere inerti i materiali organici attivi in modo da ridurre del 90% il loro impatto ambientale e renderli sabbie riutilizzabili nell’industria.

TRASHED – “Quando lo sconquasso planetario diventa materiale da film”


La documentarista inglese Candida Brady sostenuta da un efficacissimo Jeremy Irons, qui nella parte dell’Io narrante nonché intervistatore,  guida il percorso alla scoperta del disastro biologico cui sta andando incontro il nostro pianeta.

Un disastro che riguarda direttamente la nostra salute (visto che coinvolge l’aria, la terra, l’acqua del pianeta) e che potrebbe essere anche abbastanza imminente qualora non si intervenga in fretta e in maniera decisa.

E ci sono parti particolarmente sconvolgenti, come quella in cui la documentarista fa il ciclo della diossina. Spiegandoci perfettamente che la plastica non si distrugge mai, che diventa solamente più piccola e che viene assunta dai nostri organismi attraverso il cibo (il pesce, ad esempio).

Una montagna alta 14 metri di immondizia alla periferia di Beirut, la città di Pechino praticamente invasa dai rifiuti, il mare completamente devastato da bottiglie e buste di plastica: sono le immagini più sconvolgenti di un lavoro che, attraverso la rappresentazione di situazioni orrende e allarmanti, tenta di lavorare sulle coscienze. Soprattutto quelle di chi abita questo pianeta e di chi lo dovrà abitare.

testo tratto da: http://www.radiocinema.it/trashed/

L’attore Jeremy Irons esamina i rischi per la catena alimentare e l’ambiente attraverso l’inquinamento della nostra aria, della terra e del mare. Il film rivela sorprendenti verità sui pericoli immediati per la nostra salute.

Si tratta di un’analisi che riguarda il globo intero, dall’Islanda all’Indonesia. La star del cinema Jeremy Irons si unisce alla battaglia di scienziati, politici e persone comuni la cui salute e mezzi di sostentamento sono stati profondamente colpiti dall’inquinamento dei rifiuti.

testo tratto da:http://www.mymovies.it/film/2012/trashed/

Speriamo solo che qualche persona in piu’ si svegli, inizi a cambiare nel suo piccolo le proprie abitudini, e, pretenda da politici e multinazionali un vero “cambiamento” !

Da ricordare che il potere d’acquisto è un arma nelle mani di ogni cittadino.

 

 

NEL PIATTO FINISCE UN PO’ DI TUTTO…DOPO LE DIOSSINE ANCHE LE NANOPARTICELLE


Ingerire nanoparticelle di Silice o biossido di titanio potrebbe provocare danni all’intestino, questo è quanto afferma l’Istituto di Salute Ambientale di Dusseldorf, Germania. Lo sapevate che le nanoparticelle di titanio vengono usate per rivestire le tavolette di cioccolato affinchè non affiori  il bianco del burro cacao che di per se è un’aspetto “naturale” della cioccolata.

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Da un esperimento Milanese ecco cosa entra nei nostri polmoni


Natural News : Ricercatori Finlandesi e Americani hanno confermato lo studio secondo il quale l’interazione di alcune NANOPARTICELLE con le cellule produce come risultato l’alterazione delle stesse e la loro MORTE!  Attualmente le nanoparticelle sono già di per se utilizzate nei farmaci, nei cosmetici, nei componenti elettronici, nell’industria alimentare. (Scarica la notizia in PDF cliccando QUI)

Il problema prende una connotazione diversa, altamente tossica, quando sono gli INCENERITORI ad emettere NANOPARTICELLE tossiche che superano gli attuali FILTRI disponibili in commercio e raggiungono coltivazioni, entrano nelle falde acquifere, e vengono direttamente inalate e/o assorbite direttamente nel sangue (nell ‘ordine dai 2,5 ai 0,01 nanometri (milionesimo di millimetro)

Gli interessi di politici faccendieri ai quali abbiamo dato mandato, e, delegato gli stessi, a gestire i nostri bisogni stanno compromettendo seriamente il nostro ambiente, territorio, la nostra salute e quella delle future generazioni.

Con norme e leggi che favoriscono gli interessi privati stanno distruggendo quanto di piu’ caro per la nostra esistenza e sopravvivenza, il PIANETA TERRA.

Non fatevi INFINOCCHIARE….l’ ALTERNATIVA C’E’!