RINASCITA GLOBALE

Con il termine antropizzazione si intende l'intervento che l'uomo effettua sull'ambiente naturale, con lo scopo di conformarlo, quindi modificarlo e manipolarlo. La permacultura invece è un metodo per progettare e gestire paesaggi antropizzati in modo che siano in grado di soddisfare bisogni della popolazione quali cibo, fibre ed energia e al contempo presentino la resilienza, ricchezza e stabilità di ecosistemi naturali. Dalla crisi globale alla rinascita locale.

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LA TRUFFA DELLE BIOMASSE – NOBIOMASS in Paestum (Capaccio, SA)


 

FATTO: La normativa nazionale, recependo quella europea, definisce la biomassa come: “la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall’agricoltura (comprendente sostanze vegetali ((compreso l’olio di palma)) e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, compresa la pesca e l’acquacoltura, gli sfalci e le potature provenienti dal verde urbano nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani

VADEMECUM: PER SAPERNE DI PIU’ SU bioMASSE e bioGAS

FATTO: Gli impianti a bioMassa sono INCENTIVATI

PECUNIA NON OLET

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FATTO: SONO UNA TRUFFA

Le ragioni di una così forte opposizione agli impianti a bioMassa vanno ricercate nella consapevolezza di essere in presenza di una grande truffa. Grazie all’etichetta “bio” si è cercato di far passare una operazione puramente speculativa per una “missione etica” (o comunque per qualcosa contro il quale non è possibile obiettare perché “ce lo impone l’Europa”, “ce lo impone Kyoto”).

Quando i cittadini si rendono conto informandosi autonomamente (i media nazionali, come già visto, o tacciono o si prestano ad avvalorare la manipolazione) di essere ingannati, che le favole sulle “emissioni zero” nascondo seri impatti ambientali, che della preoccupazione per la loro salute non c’è alcuna considerazione, allora la reazione è “vivace” per quanto si scontra su regole del gioco truccate (le centrali a biomassa non sono classificate industrie insalubri ed anzi opere “di pubblica utilità, urgenti e indifferibili”).

La truffa inizia sin da quella etichetta “rinnovabili”. Nelle FER (fonti di energia rinnovabile) vengono comprese anche le biomasse agricole coltivate appositamente per alimentare impianti di combustione (o di digestione anaerobica (dove si produce biogas, al 60% di metano). La combustione di biomasse riguarda oli vegetali (ottenuti per spremitura da piante come colza, coltivata anche in Italia e in Europa e l’olio di palma o di Jatropha) o materiali solidi: pellet di legno, paglia, cereali appositamente coltivati. La digestione riguarda per la maggior parte prodotti agricoli: mais, triticale, sorgo e, per una quota minore, reflui zootecnici e scarti dell’industria agroalimentare. Definire “rinnovabile” un’energia che richiede l’impiego di grandi quantità di energia fossile per la lavorazione dei terreni, la produzione dei concimi chimici e dei pesticidi, i trasporti equiparandola a fonti come il sole e il vento o le maree è di per sé fuorviante . In più si deve aggiungere che le superfici utilizzate per produrre queste biomasse sono spesso sottratte alle foreste, alle savane, alle torbiere in Estremo oriente o in Africa. La messa a coltura di queste terre “vergini” provoca grandi emissioni di CO2 per la mineralizzazione della sostanza organica contenuta in questi terreni naturali, l’aumento dell’uso macchinari, concimi chimici e pesticidi. fonte: http://www.lindipendenzanuova.com/bioinganno-la-truffa-dellenergia-da-biomasse/

FATTO: EMISSIONI.

Spesso dai piazzisti del biogas si sente ripetere che esso si produce a “emissioni zero” ma una centrale da 1MW elettrico emette 35 kg di NO2 (ossidi di azoto = precursori delle polveri sottili) al giorno. Qualcosa che equivale alle emissioni di 20 mila autovetture che percorrono 20 km al giorno e 10 volte tanto le emissioni di una moderna centrale elettrica a turbogas per unità di energia prodotta senza contare che l’approvvigionamento di biomasse (materiali voluminosi) induce un forte aumento del traffico pesante in zone di campagna dove il traffico è molto modesto e la rete viaria non è adeguata a sopportare il via vai di mezzi pesanti (con danno economico alle strade comunali e vicinali ma anche con rischi per la sicurezza di chi transita). Questi disagi (emissioni, odori, traffico, danno paesaggistico) si ripercuotono anche sulle attività economiche nelle vicinanze (specie gli esercizi pubblici e le strutture turistiche) e sul valore degli immobili con gravi costi sociali. L’intera economa agricola è turbata dall’aumento dei prezzi degli affitti dei terreni (raddoppiati o triplicati nelle aree interessate) e dei foraggi. Senza contare l’aumentata competizione per l’acqua di irrigazione indotta da colture più intensive e in secondo raccolto. Senza contare che la sostanza organica dei residui colturali e dei reflui zootecnici dei digestati è pari al solo 35% della sostanza organica iniziale e si va a depauperare di sostanza organica terreni che (in pianura padana e ancor più in altre zone d’Italia) sono ormai poveri di sostanza organica (meno del 2%) a causa delle intense e profonde lavorazioni del terreno e di colture depauperanti. Una pesante ipoteca sulla fertilità a lungo termine. Che agli speculatori evidentemente non interessa, a loro interessa incassare per 15 dal gestore elettrico la “tariffa onnicomprensiva). – fonte: http://www.lindipendenzanuova.com/bioinganno-la-truffa-dellenergia-da-biomasse/#sthash.1v7hWNKO.dpuf
FATTO: Morte dal biogas?
In Germania il Prof. Böhnel ha da tempo lanciato l’allarme: con il biogas stiamo diffondendo nell’ambiente pericolose spore di Clostridium botulinum con i residui degli impianti a biogas. Una cassandra? http://www.ruralpini.it/Commenti21.12.11-Morte-dal-biogas.htm

 

UN INCENERITORE A GIUGLIANO (NA) : ANCORA DECISIONI SCELLERATE


L’assessore all’Ambiente della Regione Campania, Giovanni Romano, ha annunciato che tra dieci giorni verrà pubblicato il bando di gara per la realizzazione dell’inceneritore, il secondo in Campania dopo quello di Acerra, che dovrebbe sorgere a Giugliano. L’annuncio arriva come un fulmine a ciel sereno in un momento in cui l’emergenza ambientale nella tristemente soprannominata “Terra dei Fuochi” è tornata di stretta attualità. Dopo le scoperte di sostanze nocive in diversi terreni di Caivano, a pochi chilometri di distanza potrebbe sorgere il secondo termovalorizzatore in Campania.

Il giorno 08.08.2013 c’e’ stata la prima assemblea cittadina a Giugliano e da quel giorno si sono attivati tutti i comitati e tutte le associazioni contro questa ennesima scellerata ipotesi di costruire un inceneritore in un territorio già cosi martoriato.

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Il Comitato “Presidio Permanente Taverna del Re” su FB

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Nel frattempo si alzano le barricate contro l’INCENERITORE

Giugliano,barricate contro la costruzione di un inceneritore - Sky TG24 - Sky 2013-08-13 07-42-24

QUANDO NELLE VENE SCORRE DIOSSINA – CONCLUSIONI “STUDIO SEBIOREC”


In Campania cancerogeni nel sangue. Arsenico negli acquedotti. Mozzarelle e verdure a rischio. In un rapporto choc. Tenuto Segreto… “non tanto segreto”.

A poche ore dalla pubblicazione del seguente articolo su pagina 140 del settimanale L’Espresso n.13 31.03.2011…

per leggere l’articolo completo leggete L’Espresso n. 13 31.03.2011

…si pubblicano sul sito stesso di L’Espresso le CONCLUSIONI dello studio SEBIOREC che a primo impatto sembrano destare nessuna preoccupazione, ma basta leggere oltre le righe per capire che il titolo dell’articolo non si sbagliava (clicca su conclusioni per il documento o vai al link :    http://speciali.espresso.repubblica.it/pdf/sebiorec2010.pdf )

I governi di turno stabiliscono quali sono i limiti di contaminanti nel nostro ambiente, nel nostro corpo, nel nostro sangue ed un pò come le autorità Giapponesi, ci dicono sempre di “STARE TRANQUILLI” fin quando non fonde il nocciolo!

Ci chiediamo se “minime tracce” di sostanze altamente TOSSICHE e CANCEROGENE debbano essere ritenute “normali” in luoghi dove vivono donne, bambini, uomini e anziani.. e che a pubblicazioni e studi scientifici atte a tranquillizzare la popolazione debbano sempre essere presente altrettante pubblicazioni e studi scientifici che dimostrano che la presenza di queste sostanze nei nostri organismi e nell’ambiente è nociva!

Un esempio delle conclusioni:

Le discariche e gli Inceneritori; la cattiva gestione dei rifiuti, le infiltrazioni camorristiche; la mancata e/o incapace supervisione sui roghi nel Casertano; l’inciviltà di taluni nel bruciare rifiuti e cassonetti in tempo di emergenza rifiuti; l’incapacità di non saper/voler avviare una seria raccolta differenziata; la non volontà di creare impianti di compostaggio e di trattamento a freddo dei rifiuti GENERA solo un’ambiente sempre piu’ MALSANO per tutti!!

 

ALTRE DISCARICHE: LA CAMPANIA VERSO L’AUTODISTRUZIONE!


Altre discariche come Chiaiano? La Campania verso l’autodistruzione.

Lo scandalo rifiuti tra ordinanze “strane”, leggi aliene come l’ultima (24 gennaio 2011, n. 1 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196, recante disposizioni relative al subentro delle amministrazioni territoriali della regione Campania nelle attivita’ di gestione del ciclo integrato dei rifiuti”) tra apparenti ma lungimiranti incompetenze e volontà di non risolvere la crisi si aggrava sempre di più.

Siamo alle solite: l’immondizia si sta pericolosamente accumulando di nuovo nelle vie cittadine mentre si avvicina la stagione calda. Si aggrava la crisi per cui per togliere l’immondizia dalle strade, dopo anni e mesi di colpevole inerzia, di provocazioni consistenti nella individuazione di siti non idonei (mentre ve ne sono centinaia geologicamente idonei, come è stato più volte evidenziato), i responsabili istituzionali , come al solito con poteri speciali, come si apprende dai mass media, sono all’affannosa ricerca di cave dismesse da
riempire.

Abbiamo più volte segnalato, come ad esempio il 26 luglio 2007 nell’audizione avuta presso la Commissione Bicamerale d’indagine sul ciclo dei rifiuti, che la quasi totalità delle cave della Campania sono state ubicate in ammassi rocciosi permeabili (calcare, tufo, ghiaia) che nel sottosuolo ospitano le falde idriche che alimentano vari usi (potabile, industriale, agricolo). Inoltre molte cave sono state scavate a fossa come
quelle che si trovano ai margini della pianura campana tra Pozzuoli, Giugliano, Villaricca, Chiaiano, la zona vesuviana, il nolano e il casertano (es. Lo Uttaro). Applicando gli interventi prescritti dalla vigente legge non è possibile garantire l’impermeabilizzazione alla base dei rifiuti per un periodo superiore a 20 anni. Il loro riempimento con materiale inquinante rappresenta una garanzia di inquinamento per le acque sotterranee che transitano al di sotto della Pianura Campana valutabili in circa 600 milioni di mc l’anno, equivalenti al volume idrico contenuto in circa 6 grandi bacini artificiali.

Gli eventuali rifiuti accumulati nelle cave vi rimarrebbero come già accaduto per vari “panettoni” d’immondizia disseminati in varie parti della regione in occasione delle ennesime crisi degli scorsi anni. Ai cittadini si devono chiarire i problemi che deriverebbero da azioni inadeguate attuate con poteri normali o straordinari da rappresentanti delle Istituzioni.

L’uso delle cave come discariche (tranne quelle poche e piccole ubicate in rocce argillose), determinerà l’inquinamento delle acque sotterrane; così come quelle realizzate poco a monte dei prelievi idrici per l’irrigazione della Piana del Sele (Basso dell’Olmo e Macchia Soprana) provocheranno inevitabilmente l’inquinamento delle sottostanti acque fluviali se non si realizzano subito adeguati interventi di protezione come era già stato proposto alcuni anni fa dal Comune di Campagna e dai due consorzi di bonifica che distribuiscono l’acqua nella pianura.

Nel prossimo futuro, proprio quando l’accentuazione della variazione climatica provocherà una diminuzione delle risorse idriche, per cui si dovrà fare sempre più ricorso all’uso delle acque sotterranee, i cittadini della Campania erediteranno falde in gran parte inutilizzabili perché inquinate dai rifiuti.

Alcuni anni fa un assessore regionale ha commesso una grave leggerezza quando ha disinvoltamente proposto l’uso delle cave abbandonate e dismesse per risolvere l’emergenza rifiuti. Non contento ha rilanciato la folle proposta dal suo seggio parlamentare che immediatamente è stata inserita nella’ultima legge. I cittadini devono riflettere sul fatto che le soluzioni per uscire definitivamente dallo scandalo-emergenza rifiuti sono state più volte proposte dalle Assise di Palazzo Marigliano e che i mandanti (i Presidenti del Consiglio dei Ministri) dei commissari straordinari non hanno mai voluto chiudere la crisi che rappresenta ancora una facile via per mobilitare ingenti somme di denaro alimentate dalle tasse pagate dai cittadini.

Il problema rimane sempre più grave per la Campania che continua a subire un “governo” del problema inadeguato a tutelare i cittadini e le risorse ambientali e naturali di grande rilevanza per l’assetto socio-economico regionale.

E’ inutile ripetere che i poteri ordinari e straordinari possono essere affidati solo a persone di eccezionali capacità di governo che sappiano avvalersi di uno staff costituito da professionisti di grandi qualità e trasparenza che abbiano una approfondita conoscenza del territorio e dei problemi da risolvere.

I Consiglieri Regionali e i componenti della Giunta devono rispettare quanto prescritto dallo statuto della Regione Campania, cioè “la tutela e la valorizzazione dell’ambiente, del territorio, delle risorse naturali e del patrimonio rurale; la tutela degli ecosistemi e della biodiversità; la difesa della vita delle piante e il rispetto e il riconoscimento dei diritti degli animali come previsti dalle Convenzioni internazionali”.

Venendo all’ultima legge, è molto chiaro che essa sembra “aliena” se i cittadini pensano che sia stata fatta per risolvere definitivamente il problema nell’interesse della salute, delle risorse naturali e produttive e delle attività socio-economiche di importanza strategica ma, purtroppo, è da ritenere “ben fatta” nell’ottica di continuare il più a lungo possibile a spremere i cittadini campani.

Come evidenziammo subito dopo l’emanazione del DL 196 del 26 novembre 2010 la legge causerà un marcato incremento della TARSU poiché solo i cittadini dovranno pagare i costi aggiuntivi dei trasporti al di fuori della regione.

Purtroppo ogni protesta dei cittadini alla realizzazione di nuove discariche in siti non idonei, come ad esempio in località Spinelli di Quarto, contribuirà ad avvalorare la necessità di esportare i rifiuti a caro prezzo. Tanto i cittadini continueranno a pagare e a fare incrementare guadagni, in assenza di trasparenza, premurosamente autorizzati dalla legge.
Va detto chiaramente che questo scandalo rifiuti non è causato da problemi tecnici connessi alla individuazione dei siti in cui realizzare gli impianti. E’ uno scandalo studiato a tavolino e reso possibile da sapienti leggi che autorizzano l’uso disinvolto dei poteri speciali. Il tutto a scapito della salute dei cittadini e delle risorse di importanza primaria per le attività produttive e per la vita umana. Oggi e domani.

Tanto per fare un esempio della gravità delle manomissioni ambientali che si stanno attuando, si può fare riferimento alla discarica di Chiaiano e alle altre finora realizzate

Testo ed immagini scaricabile in formato PDF da sito:

http://www.napoliurbanblog.com/wp-content/uploads/2011/02/campania-verso-autodistruzione.pdf

oppure cliccando QUI

Vi ricordiamo che la D.ssa Carla Poli del Centro di Riciclo di Vedelago, nel 2008 disse: ” Per RISOLVERE l’emergenza rifiuti a Napoli in 6 MESI occorono 10 milioni di euro,iniziare la RD,  convertire 6 impianti STIR (ex impianti CDR) in impianti tipo Vedelago, senza “udite udite” dover portare nulla a “recupero energetico” ovvero Incenerimento! TUTTO QUI!

Ma alla sua conferenza presso la camera di commercio di Napoli non c’erano AMMINISTRATORI, POLITICI, IMPRENDITORI….NON C’ERANO!!!