Il Pianeta in castigo/ Gli aerosol della salute
Dott. Prof. Stefano Montanari
Io risalgo alla prima metà del secolo scorso. Dunque, l’esperienza di vita non dovrebbe mancarmi. E invece… E invece continuo a stupirmi dei miei simili e anche dei loro stupori.
Qualche giorno fa è uscito uno “studio” (a scanso d’equivoci, ho usato le virgolette) partorito da una squadretta di geni ai quali noi italioti siamo orgogliosi di pagare lo stipendio. Costoro trovano il loro habitat naturale nelle università nostrane, quelle istituzioni che, certo per un’imperdonabile svista dei vari enti internazionali dediti a compilare le classifiche di valore relative alle università in campo mondiale, non trovano menzione alcuna.
Uno dei motivi per i quali i nostri atenei non sono nemmeno classificati è certo la mancata presa in considerazione di parametri che ci farebbero primeggiare a mani basse: l’opportunismo, la faccia di bronzo, il “tengo famiglia” e, perché no?, l’ardimento.
Ardimento: chi, di fatto, avrebbe mai il coraggio di scrivere e sottoscrivere che dal caminone di un inceneritore (“termovalorizzatore” per la scuola di psicovendita che trae ispirazione dagl’insegnamenti di Wanna Marchi) esce aria più pulita di quella che entra nell’impianto? Io brucio merda e con la merda cotta guarisco dalla bronchite. Senza dubbio poetico. Insomma, chi ha tanto ardire? Ma, ohibò, il consesso di geni (annotatevi i nomi) riuniti sotto le capaci, doviziose e generose ali di Federambiente, l’associazione degl’imprenditori che, a sollievo di tutti, hanno trovato nelle leggi della Repubblica Italiana, per illegitime e perfino demenziali che appaiano rispettivamente alla Comunità Europea e a chi non ha abbastanza fantasia restando confinato alla scienza, le risorse per cambiare finalmente lo yacht o per rimettere in sesto una delle casette in Costa Smeralda o in qualche modesta isoletta dei Caraibi. No problem: offriamo noi.
Credo che nemmeno la classica casalinga di Voghera potrebbe dubitare delle assurdità contenuto in quello “studio”. Questo se solo scollasse gli occhi dal digitale terrestre, ma la colla che li tiene avvinti è roba che surclassa il SuperAttak. La qual cosa è perfettamente nota al signor Daniele Fortini da Orbetello che di Federambiente è al vertice da anni e che, tra l’altro, comanda Asìa (accento sulla i), l’azienda che tiene Napoli linda e ordinata.
Tanto per illuminare sulla personalità e sulle gesta del signor Daniele, questi ha il merito di aver abbassato la quota di raccolta differenziata a Napoli (stiamo tentando di arrivare ad uno 0% che entrerebbe nella leggenda) e di battersi da eroe per la costruzione di tanti bei “termovalorizzatori” grazie ai quali l’atmosfera campana tornerà incontaminata come ai tempi dei Sanniti.
Un’assicurazione in tal senso l’ormai quasi San Daniele ce l’ha regalata quando, via TV, ha comunicato che l’impianto di Acerra, quello che per chi non sa andare oltre la scienza è una fonte mortifera, funziona invece alla perfezione rendendo l’aria un cristallo.
Ma se di Fortini ce n’è uno solo, di formichine laboriose che portano il loro mattoncino alla costruzione del manicomio ce ne sono a migliaia.
E se i “termovalorizzatori” sono roba per pezzi grossi, da noi esiste la possibilità di entrare con modestia ai piani inferiori grazie alle cosiddette “biomasse”. Che cosa sono le biomasse? Dovrebbe trattarsi di sfalci vegetali vergini, cioè esenti da inquinamento, e basta. Dico dovrebbe perché, per scalogna, roba del genere è merce rara, tanto rara che, al massimo, con quella che c’è si potrebbe cuocere giusto giusto qualche pizza. Noi, nel nostro laboratorio, abbiamo analizzato un po’ di biomasse classificate di altissima qualità e ci abbiamo trovato (sorpresa!) un po’ di tutto, compreso il torio e l’uranio. E ci abbiamo trovato pure non poco cloro, quell’elemento dispettoso che, bruciato in compagnia di materiale organico qual è, appunto, la biomassa, genera la non proprio desiderabile diossina di Seveso.
Ma di quello che c’è davvero nelle biomasse anche vergini o quasi non importa niente a nessuno. Il dramma è che di quella roba non ce n’è proprio, nemmeno a chiudere un occhio sull’illibatezza dei combustibili. E, allora, si convincono gli agricoltori a coltivare vegetali destinati ad essere bruciati. Di per sé, una fregatura solenne: quelle piante hanno un solo uso possibile e un valore venale modestissimo, valore che si perde del tutto se le si trasporta oltre un raggio limitatissimo. Cosicché, l’unico cliente è il gestore dell’impianto a biomasse più vicino il quale – business is business – farà il prezzo che gli pare. L’agricoltore non è soddisfatto? Beh, quelle biomasse se le mangi tranquillamente, anche se per masticare l’Arundo donax, una canna piuttosto tenace e indigesta diventa impresa non da poco.
Ulteriore possibilità è quella d’importare olio di palma, per esempio, dal Sud Est Asiatico. Decine e decine di navi solcheranno quotidianamente gli oceani (dell’inquinamento di quei motori non diremo niente a nessuno) e scaricheranno nei nostri porti olio che contiene pesticidi da noi vietati da decenni (laggiù quelle sostanze accoppano perfino gli elefanti) e per la cui produzione si distrugono ogni giorno decine di chilometri quadrati di foresta tropicale con tanti saluti alla trasformazione dell’anidride carbonica in ossigeno.
Distruzione di foreste per piante palme
Inquinamento? Che roba è? Il problema per i gestori degl’impianti è che l’olio è troppo caro. E, allora, che fare? Semplice: ci pensa lo Stato. E lo stato che fa? Legifera** come suo dovere e stabilisce che i rifiuti delle nostre città (CDR-Q*) sono per legge biomasse! Assurdo? E con ciò? In questo modo, in forza delle nostre leggi illuminate, abbiamo trasformato gl’impianti a biomasse in normalissimi, ancorché piccini, inceneritori. Piccoli, ma tanti, così ognuno potrà avere la garanzia di respirare aria finalmente pulita, parola di Federambiente e dei suoi luminari.
Da qui, da questa possibilità generosamente e intelligentemente offerta dai nostri timonieri, tanti sindaci preoccupati per le sempre più flebili forze economiche dei loro comuni, tanti solerti imprenditori che preferiscono usare i soldi pubblici (è più prudente), tanti uomini d’onore della Mafia, della ‘Ndrangheta, della Corona Unita hanno capito che qui, nelle biomasse, si nasconde una fetta del loro futuro. Del nostro futuro, perché come faremmo noi senza di loro che impiegano due milioni di nostri connazionali? E il commovente è che i piccoli politici locali, gl’imprenditori e gli uomini d’onore non si sono sbranati in nome della concorrenza: spesso, anzi, hanno collaborato prendendosi per mano e dando a tutti un esempio luminoso di ecumenismo: tutti insieme, criminosamente.
Ora, tornando all’esordio, io continuo a ricevere messaggi di persone stupite, addiritura indignate per questo stato di cose. Ma, signori, questo è il progresso! Chi ha eletto quei politici? Chi ha lasciato che le nostre università diventassero un palcoscenico d’avanspettacolo battuto da asini en travesti? Chi, rassegnandosi a “dover comunque morire” ha abbassato la guardia e concesso tutto l’agio possibile a chi in un lampo ha devastato l’ambiente senza curarsi se quella devastazione ruba nelle tasche e nella salute dei nostri figli? Chi preferisce credere a chi la spara più grossa ben sapendo che si trova al cospetto di qualcuno che gli sta vendendo il Colesseo? Chi preferisce spendere decine di Euro per una cena al ristorante o per il biglietto d’ingresso ad uno spettacolo “comico” e lesina i centesimi alla ricerca, girandosi dall’altra parte?
Dunque, bando agli stupori e alle lacrime di coccodrillo: è difficile sfuggire al destino che si è voluto e ci si è costruiti addosso con tanta perfezione.
* CDR-Q
Da tempo anche la Pirelli e i sui pneumatici si è data da fare per “l’Ambiente (?)”…. con la sua tecnologia CDR-Q riportata dal Prof. Montanari grazie alle nuove leggi(**) dello Stato Italiano trasforma le biomasse a :
“una miscela composta dalla frazione secca dei rifiuti solidi urbani (R.S.U.) e da componenti ad elevato potere calorifico, tra cui granulato di gomma, inclusi i pneumatici fuori uso (P.F.U.) e plastiche non clorurate” …cosi come riportato sul sito della Pirelli.
Fonte: http://ildemocratico.com/2010/12/12/il-pianeta-in-castigo-biomasse-loro-di-napoli/
PS
nota di: No Inceneritore Salerno
FederAmbiente, Veronesi, ecc…
In Italia come altrove, per poter contrastare la tragica verità sui danni causati da Inceneritori, Impianti Industriali “fuori norma”, Centrali Nucleari, ecc… i gruppi INTERESSATI e minacciati dalla verità hanno sempre dato vita ad associazioni e gruppi con “analisti indipendenti” per elaborare i LORO dati sui LORO reali studi eseguiti nei LORO laboratori per fornirci i LORO risultati in materia di vivibilità, respirabilità, e pericolosità del nostro ambiente…sempre piu’ TOSSICO.
(basta leggere i nome nella sezione ORGANI del sito di Federambiente per ritrovarci chi gestisce Inceneritori come il Gruppo HERA Spa, ecc..)