RINASCITA GLOBALE

Con il termine antropizzazione si intende l'intervento che l'uomo effettua sull'ambiente naturale, con lo scopo di conformarlo, quindi modificarlo e manipolarlo. La permacultura invece è un metodo per progettare e gestire paesaggi antropizzati in modo che siano in grado di soddisfare bisogni della popolazione quali cibo, fibre ed energia e al contempo presentino la resilienza, ricchezza e stabilità di ecosistemi naturali. Dalla crisi globale alla rinascita locale.

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LA TRUFFA DELLE BIOMASSE – NOBIOMASS in Paestum (Capaccio, SA)


 

FATTO: La normativa nazionale, recependo quella europea, definisce la biomassa come: “la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall’agricoltura (comprendente sostanze vegetali ((compreso l’olio di palma)) e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, compresa la pesca e l’acquacoltura, gli sfalci e le potature provenienti dal verde urbano nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani

VADEMECUM: PER SAPERNE DI PIU’ SU bioMASSE e bioGAS

FATTO: Gli impianti a bioMassa sono INCENTIVATI

PECUNIA NON OLET

no alla centrale a biomasse 019

FATTO: SONO UNA TRUFFA

Le ragioni di una così forte opposizione agli impianti a bioMassa vanno ricercate nella consapevolezza di essere in presenza di una grande truffa. Grazie all’etichetta “bio” si è cercato di far passare una operazione puramente speculativa per una “missione etica” (o comunque per qualcosa contro il quale non è possibile obiettare perché “ce lo impone l’Europa”, “ce lo impone Kyoto”).

Quando i cittadini si rendono conto informandosi autonomamente (i media nazionali, come già visto, o tacciono o si prestano ad avvalorare la manipolazione) di essere ingannati, che le favole sulle “emissioni zero” nascondo seri impatti ambientali, che della preoccupazione per la loro salute non c’è alcuna considerazione, allora la reazione è “vivace” per quanto si scontra su regole del gioco truccate (le centrali a biomassa non sono classificate industrie insalubri ed anzi opere “di pubblica utilità, urgenti e indifferibili”).

La truffa inizia sin da quella etichetta “rinnovabili”. Nelle FER (fonti di energia rinnovabile) vengono comprese anche le biomasse agricole coltivate appositamente per alimentare impianti di combustione (o di digestione anaerobica (dove si produce biogas, al 60% di metano). La combustione di biomasse riguarda oli vegetali (ottenuti per spremitura da piante come colza, coltivata anche in Italia e in Europa e l’olio di palma o di Jatropha) o materiali solidi: pellet di legno, paglia, cereali appositamente coltivati. La digestione riguarda per la maggior parte prodotti agricoli: mais, triticale, sorgo e, per una quota minore, reflui zootecnici e scarti dell’industria agroalimentare. Definire “rinnovabile” un’energia che richiede l’impiego di grandi quantità di energia fossile per la lavorazione dei terreni, la produzione dei concimi chimici e dei pesticidi, i trasporti equiparandola a fonti come il sole e il vento o le maree è di per sé fuorviante . In più si deve aggiungere che le superfici utilizzate per produrre queste biomasse sono spesso sottratte alle foreste, alle savane, alle torbiere in Estremo oriente o in Africa. La messa a coltura di queste terre “vergini” provoca grandi emissioni di CO2 per la mineralizzazione della sostanza organica contenuta in questi terreni naturali, l’aumento dell’uso macchinari, concimi chimici e pesticidi. fonte: http://www.lindipendenzanuova.com/bioinganno-la-truffa-dellenergia-da-biomasse/

FATTO: EMISSIONI.

Spesso dai piazzisti del biogas si sente ripetere che esso si produce a “emissioni zero” ma una centrale da 1MW elettrico emette 35 kg di NO2 (ossidi di azoto = precursori delle polveri sottili) al giorno. Qualcosa che equivale alle emissioni di 20 mila autovetture che percorrono 20 km al giorno e 10 volte tanto le emissioni di una moderna centrale elettrica a turbogas per unità di energia prodotta senza contare che l’approvvigionamento di biomasse (materiali voluminosi) induce un forte aumento del traffico pesante in zone di campagna dove il traffico è molto modesto e la rete viaria non è adeguata a sopportare il via vai di mezzi pesanti (con danno economico alle strade comunali e vicinali ma anche con rischi per la sicurezza di chi transita). Questi disagi (emissioni, odori, traffico, danno paesaggistico) si ripercuotono anche sulle attività economiche nelle vicinanze (specie gli esercizi pubblici e le strutture turistiche) e sul valore degli immobili con gravi costi sociali. L’intera economa agricola è turbata dall’aumento dei prezzi degli affitti dei terreni (raddoppiati o triplicati nelle aree interessate) e dei foraggi. Senza contare l’aumentata competizione per l’acqua di irrigazione indotta da colture più intensive e in secondo raccolto. Senza contare che la sostanza organica dei residui colturali e dei reflui zootecnici dei digestati è pari al solo 35% della sostanza organica iniziale e si va a depauperare di sostanza organica terreni che (in pianura padana e ancor più in altre zone d’Italia) sono ormai poveri di sostanza organica (meno del 2%) a causa delle intense e profonde lavorazioni del terreno e di colture depauperanti. Una pesante ipoteca sulla fertilità a lungo termine. Che agli speculatori evidentemente non interessa, a loro interessa incassare per 15 dal gestore elettrico la “tariffa onnicomprensiva). – fonte: http://www.lindipendenzanuova.com/bioinganno-la-truffa-dellenergia-da-biomasse/#sthash.1v7hWNKO.dpuf
FATTO: Morte dal biogas?
In Germania il Prof. Böhnel ha da tempo lanciato l’allarme: con il biogas stiamo diffondendo nell’ambiente pericolose spore di Clostridium botulinum con i residui degli impianti a biogas. Una cassandra? http://www.ruralpini.it/Commenti21.12.11-Morte-dal-biogas.htm

 

ALTRE DISCARICHE: LA CAMPANIA VERSO L’AUTODISTRUZIONE!


Altre discariche come Chiaiano? La Campania verso l’autodistruzione.

Lo scandalo rifiuti tra ordinanze “strane”, leggi aliene come l’ultima (24 gennaio 2011, n. 1 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196, recante disposizioni relative al subentro delle amministrazioni territoriali della regione Campania nelle attivita’ di gestione del ciclo integrato dei rifiuti”) tra apparenti ma lungimiranti incompetenze e volontà di non risolvere la crisi si aggrava sempre di più.

Siamo alle solite: l’immondizia si sta pericolosamente accumulando di nuovo nelle vie cittadine mentre si avvicina la stagione calda. Si aggrava la crisi per cui per togliere l’immondizia dalle strade, dopo anni e mesi di colpevole inerzia, di provocazioni consistenti nella individuazione di siti non idonei (mentre ve ne sono centinaia geologicamente idonei, come è stato più volte evidenziato), i responsabili istituzionali , come al solito con poteri speciali, come si apprende dai mass media, sono all’affannosa ricerca di cave dismesse da
riempire.

Abbiamo più volte segnalato, come ad esempio il 26 luglio 2007 nell’audizione avuta presso la Commissione Bicamerale d’indagine sul ciclo dei rifiuti, che la quasi totalità delle cave della Campania sono state ubicate in ammassi rocciosi permeabili (calcare, tufo, ghiaia) che nel sottosuolo ospitano le falde idriche che alimentano vari usi (potabile, industriale, agricolo). Inoltre molte cave sono state scavate a fossa come
quelle che si trovano ai margini della pianura campana tra Pozzuoli, Giugliano, Villaricca, Chiaiano, la zona vesuviana, il nolano e il casertano (es. Lo Uttaro). Applicando gli interventi prescritti dalla vigente legge non è possibile garantire l’impermeabilizzazione alla base dei rifiuti per un periodo superiore a 20 anni. Il loro riempimento con materiale inquinante rappresenta una garanzia di inquinamento per le acque sotterranee che transitano al di sotto della Pianura Campana valutabili in circa 600 milioni di mc l’anno, equivalenti al volume idrico contenuto in circa 6 grandi bacini artificiali.

Gli eventuali rifiuti accumulati nelle cave vi rimarrebbero come già accaduto per vari “panettoni” d’immondizia disseminati in varie parti della regione in occasione delle ennesime crisi degli scorsi anni. Ai cittadini si devono chiarire i problemi che deriverebbero da azioni inadeguate attuate con poteri normali o straordinari da rappresentanti delle Istituzioni.

L’uso delle cave come discariche (tranne quelle poche e piccole ubicate in rocce argillose), determinerà l’inquinamento delle acque sotterrane; così come quelle realizzate poco a monte dei prelievi idrici per l’irrigazione della Piana del Sele (Basso dell’Olmo e Macchia Soprana) provocheranno inevitabilmente l’inquinamento delle sottostanti acque fluviali se non si realizzano subito adeguati interventi di protezione come era già stato proposto alcuni anni fa dal Comune di Campagna e dai due consorzi di bonifica che distribuiscono l’acqua nella pianura.

Nel prossimo futuro, proprio quando l’accentuazione della variazione climatica provocherà una diminuzione delle risorse idriche, per cui si dovrà fare sempre più ricorso all’uso delle acque sotterranee, i cittadini della Campania erediteranno falde in gran parte inutilizzabili perché inquinate dai rifiuti.

Alcuni anni fa un assessore regionale ha commesso una grave leggerezza quando ha disinvoltamente proposto l’uso delle cave abbandonate e dismesse per risolvere l’emergenza rifiuti. Non contento ha rilanciato la folle proposta dal suo seggio parlamentare che immediatamente è stata inserita nella’ultima legge. I cittadini devono riflettere sul fatto che le soluzioni per uscire definitivamente dallo scandalo-emergenza rifiuti sono state più volte proposte dalle Assise di Palazzo Marigliano e che i mandanti (i Presidenti del Consiglio dei Ministri) dei commissari straordinari non hanno mai voluto chiudere la crisi che rappresenta ancora una facile via per mobilitare ingenti somme di denaro alimentate dalle tasse pagate dai cittadini.

Il problema rimane sempre più grave per la Campania che continua a subire un “governo” del problema inadeguato a tutelare i cittadini e le risorse ambientali e naturali di grande rilevanza per l’assetto socio-economico regionale.

E’ inutile ripetere che i poteri ordinari e straordinari possono essere affidati solo a persone di eccezionali capacità di governo che sappiano avvalersi di uno staff costituito da professionisti di grandi qualità e trasparenza che abbiano una approfondita conoscenza del territorio e dei problemi da risolvere.

I Consiglieri Regionali e i componenti della Giunta devono rispettare quanto prescritto dallo statuto della Regione Campania, cioè “la tutela e la valorizzazione dell’ambiente, del territorio, delle risorse naturali e del patrimonio rurale; la tutela degli ecosistemi e della biodiversità; la difesa della vita delle piante e il rispetto e il riconoscimento dei diritti degli animali come previsti dalle Convenzioni internazionali”.

Venendo all’ultima legge, è molto chiaro che essa sembra “aliena” se i cittadini pensano che sia stata fatta per risolvere definitivamente il problema nell’interesse della salute, delle risorse naturali e produttive e delle attività socio-economiche di importanza strategica ma, purtroppo, è da ritenere “ben fatta” nell’ottica di continuare il più a lungo possibile a spremere i cittadini campani.

Come evidenziammo subito dopo l’emanazione del DL 196 del 26 novembre 2010 la legge causerà un marcato incremento della TARSU poiché solo i cittadini dovranno pagare i costi aggiuntivi dei trasporti al di fuori della regione.

Purtroppo ogni protesta dei cittadini alla realizzazione di nuove discariche in siti non idonei, come ad esempio in località Spinelli di Quarto, contribuirà ad avvalorare la necessità di esportare i rifiuti a caro prezzo. Tanto i cittadini continueranno a pagare e a fare incrementare guadagni, in assenza di trasparenza, premurosamente autorizzati dalla legge.
Va detto chiaramente che questo scandalo rifiuti non è causato da problemi tecnici connessi alla individuazione dei siti in cui realizzare gli impianti. E’ uno scandalo studiato a tavolino e reso possibile da sapienti leggi che autorizzano l’uso disinvolto dei poteri speciali. Il tutto a scapito della salute dei cittadini e delle risorse di importanza primaria per le attività produttive e per la vita umana. Oggi e domani.

Tanto per fare un esempio della gravità delle manomissioni ambientali che si stanno attuando, si può fare riferimento alla discarica di Chiaiano e alle altre finora realizzate

Testo ed immagini scaricabile in formato PDF da sito:

http://www.napoliurbanblog.com/wp-content/uploads/2011/02/campania-verso-autodistruzione.pdf

oppure cliccando QUI

Vi ricordiamo che la D.ssa Carla Poli del Centro di Riciclo di Vedelago, nel 2008 disse: ” Per RISOLVERE l’emergenza rifiuti a Napoli in 6 MESI occorono 10 milioni di euro,iniziare la RD,  convertire 6 impianti STIR (ex impianti CDR) in impianti tipo Vedelago, senza “udite udite” dover portare nulla a “recupero energetico” ovvero Incenerimento! TUTTO QUI!

Ma alla sua conferenza presso la camera di commercio di Napoli non c’erano AMMINISTRATORI, POLITICI, IMPRENDITORI….NON C’ERANO!!!

VITA. INCENERITA.


NEI RIFIUTI C’E’ ANCORA TANTA VITA. L’INCENERITORE LA DISTRUGGE, INSIEME ALLA NOSTRA.

(La locandina in alta risoluzione e formato 50×70 può essere scaricata cliccando QUI )

I “termovalorizzatori”  spiegati dai medici.

CHE COSA SONO I   “TERMOVALORIZZATORI” ?

Il termine “termovalorizzatore” (termine coniato da talune persone  in  Italia per indicare un INCENERITORE con “recupero” energetico”) indica impianti industriali, in cui vengono bruciati rifiuti e biomasse per produrre energia elettrica.

Sarebbe piu’ giusto chiamarli INCENERITORI.

Con l’INCENERIMENTO i rifiuti non scompaiono, ma vengono semplicemente TRASFORMATI IN SOSTANZE TOSSICHE.

Queste entrano nell’organismo attraverso la respirazione, i pori della pelle, e per ingestione.

CHE DANNI PROVOCANO QUESTE SOSTANZE?

Decine di studi internazionali hanno dimostrato

DANNI IRREVERSIBILI ALLA SALUTE per chi vive in prossimità di un INCENERITORE.

I veleni emessi determinano un aumento delle seguenti patologie:

  • MALATTIE RESPIRATORIE (asma, bronchiti, etc.)
  • INFARTI
  • ICTUS
  • TUMORI MALIGNI
  • DISTURBI ALLA FERTILITA’
  • MALFORMAZIONI FETALI

MA SENZA INCENERITORI SI PUO’ VIVERE?

Senza inceneritori si vive sicuramente meglio.

I rifiuti possono generare benefici economici, per le comunità, attraverso la raccolta differenziata, il riciclo, il riuso, la loro riduzione alla fonte, senza danneggiare la salute di nessuno.

La locandina in alta risoluzione e formato 50×70 può essere scaricata cliccando QUI

Vi esortiamo a stampare il documento e ad esporlo nelle parrocchie, centri sociali, e ovunque ci siano persone che abbiano a cuore la loro salute e quella dei loro figlio di oggi e di domani. Grazie.

questa locandina è stata ideata dal Comitato Spontaneo contro gli Inceneritori – Cerignola con l’Approvazione dell’ISDE – Medici per l’Ambiente

ATTENZIONE:

le statistiche di questo blog indicano ricerche eseguite dai cittadini per l’acquisto di mascherine per inquinamento.

La parola da cercare in google è “respiratore facciale per protezione contro polveri fini tossiche, fumi e nebbie/aerosol” però vi ricordo che i fumi tossici possono essere assimilati anche attraverso i pori della pella, quindi battetevi contro gli Inceneritori anzicchè comprare mascherine. Occorre distruggere le cause e non riparare gli effetti!!

IL PIANETA IN CASTIGO – GLI AEROSOL DELLA SALUTE


Il Pianeta in castigo/ Gli aerosol della salute

Dott. Prof. Stefano Montanari

Io risalgo alla prima metà del secolo scorso. Dunque, l’esperienza di vita non dovrebbe mancarmi. E invece… E invece continuo a stupirmi dei miei simili e anche dei loro stupori.

Qualche giorno fa è uscito uno “studio” (a scanso d’equivoci, ho usato le virgolette) partorito da una squadretta di geni ai quali noi italioti siamo orgogliosi di pagare lo stipendio. Costoro trovano il loro habitat naturale nelle università nostrane, quelle istituzioni che, certo per un’imperdonabile svista dei vari enti internazionali dediti a compilare le classifiche di valore relative alle università in campo mondiale, non trovano menzione alcuna.

Uno dei motivi per i quali i nostri atenei non sono nemmeno classificati è certo la mancata presa in considerazione di parametri che ci farebbero primeggiare a mani basse: l’opportunismo, la faccia di bronzo, il “tengo famiglia” e, perché no?, l’ardimento.

Ardimento: chi, di fatto, avrebbe mai il coraggio di scrivere e sottoscrivere che dal caminone di un inceneritore (“termovalorizzatore” per la scuola di psicovendita che trae ispirazione dagl’insegnamenti di Wanna Marchi) esce aria più pulita di quella che entra nell’impianto? Io brucio merda e con la merda cotta guarisco dalla bronchite. Senza dubbio poetico. Insomma, chi ha tanto ardire? Ma, ohibò, il consesso di geni (annotatevi i nomi) riuniti sotto le capaci, doviziose e generose ali di Federambiente, l’associazione degl’imprenditori che, a sollievo di tutti, hanno trovato nelle leggi della Repubblica Italiana, per illegitime e perfino demenziali che appaiano rispettivamente alla Comunità Europea e a chi non ha abbastanza fantasia restando confinato alla scienza, le risorse per cambiare finalmente lo yacht o per rimettere in sesto una delle casette in Costa Smeralda o in qualche modesta isoletta dei Caraibi. No problem: offriamo noi.

Credo che nemmeno la classica casalinga di Voghera potrebbe dubitare delle assurdità contenuto in quello “studio”. Questo se solo scollasse gli occhi dal digitale terrestre, ma la colla che li tiene avvinti è roba che surclassa il SuperAttak. La qual cosa è perfettamente nota al signor Daniele Fortini da Orbetello che di Federambiente è al vertice da anni e che, tra l’altro, comanda Asìa (accento sulla i), l’azienda che tiene Napoli linda e ordinata.

Tanto per illuminare sulla personalità e sulle gesta del signor Daniele, questi ha il merito di aver abbassato la quota di raccolta differenziata a Napoli (stiamo tentando di arrivare ad uno 0% che entrerebbe nella leggenda) e di battersi da eroe per la costruzione di tanti bei “termovalorizzatori” grazie ai quali l’atmosfera campana tornerà incontaminata come ai tempi dei Sanniti.

Un’assicurazione in tal senso l’ormai quasi San Daniele ce l’ha regalata quando, via TV, ha comunicato che l’impianto di Acerra, quello che per chi non sa andare oltre la scienza è una fonte mortifera, funziona invece alla perfezione rendendo l’aria un cristallo.

Ma se di Fortini ce n’è uno solo, di formichine laboriose che portano il loro mattoncino alla costruzione del manicomio ce ne sono a migliaia.

E se i “termovalorizzatori” sono roba per pezzi grossi, da noi esiste la possibilità di entrare con modestia ai piani inferiori grazie alle cosiddette “biomasse”. Che cosa sono le biomasse? Dovrebbe trattarsi di sfalci vegetali vergini, cioè esenti da inquinamento, e basta. Dico dovrebbe perché, per scalogna, roba del genere è merce rara, tanto rara che, al massimo, con quella che c’è si potrebbe cuocere giusto giusto qualche pizza. Noi, nel nostro laboratorio, abbiamo analizzato un po’ di biomasse classificate di altissima qualità e ci abbiamo trovato (sorpresa!) un po’ di tutto, compreso il torio e l’uranio. E ci abbiamo trovato pure non poco cloro, quell’elemento dispettoso che, bruciato in compagnia di materiale organico qual è, appunto, la biomassa, genera la non proprio desiderabile diossina di Seveso.

Ma di quello che c’è davvero nelle biomasse anche vergini o quasi non importa niente a nessuno. Il dramma è che di quella roba non ce n’è proprio, nemmeno a chiudere un occhio sull’illibatezza dei combustibili. E, allora, si convincono gli agricoltori a coltivare vegetali destinati ad essere bruciati. Di per sé, una fregatura solenne: quelle piante hanno un solo uso possibile e un valore venale modestissimo, valore che si perde del tutto se le si trasporta oltre un raggio limitatissimo. Cosicché, l’unico cliente è il gestore dell’impianto a biomasse più vicino il quale – business is business – farà il prezzo che gli pare. L’agricoltore non è soddisfatto? Beh, quelle biomasse se le mangi tranquillamente, anche se per masticare l’Arundo donax, una canna piuttosto tenace e indigesta diventa impresa non da poco.

Ulteriore possibilità è quella d’importare olio di palma, per esempio, dal Sud Est Asiatico. Decine e decine di navi solcheranno quotidianamente gli oceani (dell’inquinamento di quei motori non diremo niente a nessuno) e scaricheranno nei nostri porti olio che contiene pesticidi da noi vietati da decenni (laggiù quelle sostanze accoppano perfino gli elefanti) e per la cui produzione si distrugono ogni giorno decine di chilometri quadrati di foresta tropicale con tanti saluti alla trasformazione dell’anidride carbonica in ossigeno.

 

Distruzione di foreste per piante palme

Inquinamento? Che roba è? Il problema per i gestori degl’impianti è che l’olio è troppo caro. E, allora, che fare? Semplice: ci pensa lo Stato. E lo stato che fa? Legifera** come suo dovere e stabilisce che i rifiuti delle nostre città (CDR-Q*) sono per legge biomasse! Assurdo? E con ciò? In questo modo, in forza delle nostre leggi illuminate, abbiamo trasformato gl’impianti a biomasse in normalissimi, ancorché piccini, inceneritori. Piccoli, ma tanti, così ognuno potrà avere la garanzia di respirare aria finalmente pulita, parola di Federambiente e dei suoi luminari.

Da qui, da questa possibilità generosamente e intelligentemente offerta dai nostri timonieri, tanti sindaci preoccupati per le sempre più flebili forze economiche dei loro comuni, tanti solerti imprenditori che preferiscono usare i soldi pubblici (è più prudente), tanti uomini d’onore della Mafia, della ‘Ndrangheta, della Corona Unita hanno capito che qui, nelle biomasse, si nasconde una fetta del loro futuro. Del nostro futuro, perché come faremmo noi senza di loro che impiegano due milioni di nostri connazionali? E il commovente è che i piccoli politici locali, gl’imprenditori e gli uomini d’onore non si sono sbranati in nome della concorrenza: spesso, anzi, hanno collaborato prendendosi per mano e dando a tutti un esempio luminoso di ecumenismo: tutti insieme, criminosamente.

Ora, tornando all’esordio, io continuo a ricevere messaggi di persone stupite, addiritura indignate per questo stato di cose. Ma, signori, questo è il progresso! Chi ha eletto quei politici? Chi ha lasciato che le nostre università diventassero un palcoscenico d’avanspettacolo battuto da asini en travesti? Chi, rassegnandosi a “dover comunque morire” ha abbassato la guardia e concesso tutto l’agio possibile a chi in un lampo ha devastato l’ambiente senza curarsi se quella devastazione ruba nelle tasche e nella salute dei nostri figli? Chi preferisce credere a chi la spara più grossa ben sapendo che si trova al cospetto di qualcuno che gli sta vendendo il Colesseo? Chi preferisce spendere decine di Euro per una cena al ristorante o per il biglietto d’ingresso ad uno spettacolo “comico” e lesina i centesimi alla ricerca, girandosi dall’altra parte?

Dunque, bando agli stupori e alle lacrime di coccodrillo: è difficile sfuggire al destino che si è voluto e ci si è costruiti addosso con tanta perfezione.

* CDR-Q

Da tempo anche la Pirelli e i sui pneumatici si è data da fare per “l’Ambiente (?)”…. con la sua tecnologia CDR-Q riportata dal Prof. Montanari grazie alle nuove leggi(**) dello Stato Italiano trasforma le biomasse a :

una miscela composta dalla frazione secca dei rifiuti solidi urbani (R.S.U.) e da componenti ad elevato potere calorifico, tra cui granulato di gomma, inclusi i pneumatici fuori uso (P.F.U.) e plastiche non clorurate”  …cosi come riportato sul sito della Pirelli.

Fontehttp://ildemocratico.com/2010/12/12/il-pianeta-in-castigo-biomasse-loro-di-napoli/

PS

nota di: No Inceneritore Salerno

FederAmbiente, Veronesi, ecc…

In Italia come altrove, per poter contrastare la tragica verità sui danni causati da Inceneritori, Impianti Industriali “fuori norma”, Centrali Nucleari, ecc… i gruppi INTERESSATI e minacciati dalla verità hanno sempre dato vita ad associazioni e gruppi con “analisti indipendenti” per elaborare i LORO dati sui LORO reali studi eseguiti nei LORO laboratori per fornirci i LORO risultati in materia di vivibilità, respirabilità, e pericolosità del nostro ambiente…sempre piu’ TOSSICO.

(basta leggere i nome nella sezione ORGANI del sito di Federambiente per ritrovarci chi gestisce Inceneritori come il Gruppo HERA Spa, ecc..)